Guide Gestione Separata INPS per Liberi Professionisti: guida 2025

Se sei un libero professionista senza cassa di previdenza dedicata (come Inarcassa o ENPAP), sarai automaticamente iscritto alla Gestione Separata INPS. È il fondo previdenziale pensato per chi lavora in autonomia, ma non appartiene a un ordine o albo professionale con cassa propria.

Chi deve iscriversi alla Gestione Separata?

Devono iscriversi alla Gestione Separata:

  • i professionisti con Partita IVA non iscritti a casse ordinistiche;
  • i collaboratori occasionali che superano i 5.000 euro annui di compensi;
  • chi svolge attività autonoma continuativa senza essere artigiano, commerciante o dipendente.

Quindi, se sei un consulente, un digital marketer, un copywriter, un formatore, un programmatore o simili e non hai un albo di riferimento, questa è la tua gestione previdenziale.

Come funziona la contribuzione?

La Gestione Separata prevede il versamento dei contributi solo sul reddito effettivamente prodotto. Questo significa:

  • nessun contributo fisso annuale, a differenza degli artigiani/commercianti;
  • contributi calcolati in percentuale (circa il 26,07% nel 2025) sul reddito dichiarato;
  • obbligo di versamento tramite F24, con scadenze fissate annualmente.

Se fatturi meno, paghi meno. Se non fatturi, non versi contributi. Ma attenzione: versare poco può influenzare negativamente la tua futura pensione.

Serve iscriversi manualmente?

No. L’iscrizione alla Gestione Separata avviene in automatico quando si apre la Partita IVA con un’attività che non rientra in altre gestioni. Tuttavia, è bene verificare l’avvenuta iscrizione sul sito INPS tramite SPID o con il supporto di un consulente.

La Gestione Separata dà diritto alla pensione?

Sì. I contributi versati nella Gestione Separata servono per:

  • la pensione di vecchiaia,
  • l’indennità di maternità,
  • la malattia e l’invalidità (con requisiti specifici),
  • l’assegno unico per i figli.

È un sistema contributivo puro: più versi, più maturi. Per questo è importante non sottovalutarne il peso anche nei primi anni di attività.

Sei un libero professionista e vuoi capire meglio come funziona l’INPS?

Ti aiutiamo a verificare la tua posizione contributiva, calcolare i versamenti previsti e ottimizzare il carico previdenziale con una gestione corretta.

👉 Scopri il nostro supporto per liberi professionisti

Guide Posso aprire la Partita IVA se sono già dipendente?

Sì, in Italia è possibile avere contemporaneamente un lavoro da dipendente e una Partita IVA. È una situazione sempre più comune tra chi vuole avviare un’attività autonoma senza lasciare subito il proprio impiego, oppure tra chi svolge lavori freelance o consulenze extra. Tuttavia, bisogna fare attenzione ad alcuni aspetti fiscali, previdenziali e contrattuali.

Cosa bisogna sapere prima di aprire?

La prima cosa da verificare è il tuo contratto di lavoro dipendente. Alcuni contratti (soprattutto nel pubblico impiego o in aziende private molto regolamentate) possono contenere clausole di esclusiva o vietare attività autonome concorrenti.

Se sei un dipendente pubblico, ad esempio, potresti dover richiedere autorizzazione preventiva. Nel settore privato, invece, hai maggiore libertà, purché:

  • l’attività in Partita IVA non vada in conflitto di interessi con l’azienda,
  • venga svolta fuori dall’orario lavorativo,
  • non violi obblighi di riservatezza o fedeltà.

Quale regime fiscale si può scegliere?

Il regime forfettario è spesso compatibile anche con il lavoro dipendente, ma solo se:

  • il reddito da lavoro dipendente non supera i 30.000 euro lordi annui (condizione per l’accesso al forfettario se il contratto è ancora attivo),
  • non si lavora prevalentemente per l’ex datore di lavoro.

Se superi queste soglie o hai vincoli di esclusiva, potresti dover optare per il regime ordinario, che richiede una contabilità più articolata.

Come funzionano i contributi INPS?

Dal punto di vista previdenziale, se sei già iscritto a una cassa per il lavoro dipendente, e apri Partita IVA per prestazioni intellettuali, verrai iscritto alla Gestione Separata INPS solo per i redditi da attività autonoma. Non dovrai versare doppi contributi sullo stesso reddito, ma ogni attività va coperta separatamente.

Se invece apri una ditta individuale (artigiano o commerciante), dovrai pagare anche i contributi fissi INPS, indipendentemente dal reddito da dipendente.

Serve comunicarlo al datore di lavoro?

Nel privato non è obbligatorio, ma può essere utile per trasparenza e cautela, soprattutto se l’attività è simile a quella dell’azienda o se potrebbero nascere dubbi su orari e compatibilità.

Nel pubblico impiego, invece, la comunicazione è obbligatoria, e in alcuni casi anche la richiesta di autorizzazione formale.

Vuoi aprire la Partita IVA pur essendo dipendente?

Ti aiutiamo a valutare la compatibilità con il tuo contratto, scegliere il regime giusto e gestire tutti gli aspetti previdenziali senza rischi.

👉 Richiedi ora la nostra consulenza

Guide Apertura Partita IVA in Regime Forfettario: guida completa 2025

Aprire una Partita IVA in regime forfettario è una delle scelte più comuni per chi inizia un’attività autonoma. Questo regime fiscale agevolato è pensato per chi ha volumi d’affari contenuti e vuole partire con una gestione semplice, tasse ridotte e meno burocrazia.

Chi può accedere al regime forfettario?

Nel 2025, possono aprire la Partita IVA in regime forfettario tutti coloro che:

  • non hanno superato 85.000 euro di fatturato nell’anno precedente,
  • non sono soci di SRL o società di persone,
  • non esercitano attività prevalentemente verso ex datori di lavoro,
  • rispettano determinati requisiti fiscali e previdenziali.

Il regime è adatto a professionisti, freelance, artigiani, commercianti, creativi digitali e molti altri.

Quali sono i vantaggi?

Il forfettario è pensato per rendere l’avvio di un’attività più accessibile. I principali vantaggi sono:

  • tassazione fissa al 15% (o al 5% per i primi 5 anni se ne ricorrono le condizioni),
  • niente IVA, quindi niente registri IVA o liquidazioni,
  • contabilità semplificata, senza obbligo di bilancio o libri contabili complessi,
  • nessuna ritenuta d’acconto sulle fatture emesse.

Inoltre, il calcolo del reddito imponibile si basa su un coefficiente di redditività legato al codice ATECO, e non sulle spese effettive sostenute.

Quali sono gli adempimenti da fare per l’apertura?

Per aprire una Partita IVA in forfettario servono pochi passaggi:

  1. Comunicazione di inizio attività all’Agenzia delle Entrate,
  2. Iscrizione alla Camera di Commercio (se sei artigiano o commerciante),
  3. Attivazione posizione INPS (Gestione separata o Commercianti/Artigiani),
  4. SCIA al Comune, se necessaria per la tua attività,
  5. Eventuali comunicazioni all’INAIL o altri enti settoriali.

Questi passaggi devono essere completati correttamente, anche se non prevedono costi fissi di apertura per i professionisti.

Quanto costa mantenere una Partita IVA in forfettario?

Oltre alla tassazione ridotta, bisogna considerare:

  • i contributi previdenziali INPS, che variano in base al tipo di attività,
  • le eventuali spese per un consulente fiscale,
  • gli obblighi di dichiarazione annuale dei redditi.

In generale, si tratta di un regime pensato per contenere i costi e facilitare l’avvio.

Vuoi aprire la tua Partita IVA in forfettario con la massima semplicità?

Ti guidiamo passo dopo passo con un servizio su misura, dalla scelta del codice ATECO alla registrazione ufficiale, senza sorprese e senza errori.

👉 Scopri come possiamo aiutarti

Guide Vendere con un e-commerce: cosa serve per essere in regola nel 2025?

Aprire un e-commerce è una delle strade più scelte da chi vuole iniziare a vendere online, ma non tutti sanno che anche in questo caso sono richiesti adempimenti precisi per essere in regola con il fisco e con la normativa italiana.

Serve la Partita IVA per vendere online?

Sì. Se intendi aprire un sito e-commerce per vendere prodotti (fisici o digitali), è obbligatorio avere una Partita IVA, anche se le vendite iniziali sono basse. La legge considera l’attività di vendita online come attività commerciale a tutti gli effetti, e questo comporta l’iscrizione alla Camera di Commercio, all’INPS commercianti e la presentazione della SCIA in Comune.

Cosa cambia rispetto a una vendita occasionale?

Anche una singola vendita fatta attraverso un sito e-commerce viene considerata un’attività organizzata e continuativa. Non è possibile vendere prodotti su Shopify, Woocommerce, Amazon o simili utilizzando la prestazione occasionale: quella si applica solo a servizi saltuari, non alla vendita di beni.

Quali adempimenti servono?

Per aprire correttamente un e-commerce devi:

  • Avere una Partita IVA attiva con codice ATECO corretto (es. 47.91.10),
  • Iscriverti alla Camera di Commercio come commerciante,
  • Iscriverti all’INPS gestione commercianti (contributi fissi e variabili),
  • Presentare, se necessario, la SCIA al Comune per comunicare l’inizio attività,
  • Adeguare il sito e-commerce con privacy policy, condizioni di vendita, P.IVA visibile, cookie policy e rispetto della normativa consumeristica.

Posso scegliere il regime forfettario?

Sì, nella maggior parte dei casi chi apre un e-commerce può accedere al regime forfettario, che prevede:

  • tassazione agevolata,
  • adempimenti semplificati,
  • nessun obbligo IVA,
  • coefficiente di redditività al 40%.

È una soluzione vantaggiosa per chi è agli inizi e non prevede investimenti importanti.

Vuoi aprire un e-commerce e non sai da dove iniziare?

Ti guidiamo passo passo con apertura della Partita IVA, iscrizioni necessarie e configurazione del tuo shop online in modo conforme e sicuro.

👉 Richiedi la nostra guida all’e-commerce qui

Guide Iscrizione Inarcassa: guida completa 2025

Se sei un architetto o un ingegnere libero professionista, una delle prime domande che potresti porti è: devo iscrivermi a Inarcassa? La risposta dipende da vari fattori, ma conoscere bene le regole è fondamentale per evitare errori e sanzioni.

Chi deve iscriversi a Inarcassa?

Devono iscriversi a Inarcassa tutti i professionisti che:

  • sono iscritti all’Albo degli Architetti o degli Ingegneri,
  • esercitano attività autonoma in via esclusiva (cioè non lavorano come dipendenti o non sono soci di SRL commerciali),
  • hanno una Partita IVA attiva per l’esercizio della professione.

Se svolgi l’attività in forma associata o come studio professionale, vale lo stesso obbligo. In caso di attività non esclusiva, può invece scattare l’obbligo verso la Gestione Separata INPS.

Quando va fatta l’iscrizione?

L’iscrizione a Inarcassa deve avvenire entro 30 giorni dall’apertura della Partita IVA, anche se non hai ancora raggiunto un reddito minimo o non hai emesso fatture. In alternativa, se non sei obbligato a iscriverti subito, puoi comunque richiedere il riconoscimento della deroga (cioè una sospensione temporanea dell’obbligo contributivo).

Quali sono i contributi previsti?

Inarcassa prevede tre tipi di contributi principali:

  • Soggettivo: calcolato in percentuale sul reddito netto,
  • Integrativo: calcolato in percentuale sul volume d’affari (applicato in fattura),
  • Fisso minimo annuale, dovuto anche in assenza di reddito, salvo in caso di deroga.

Ci sono anche agevolazioni per i giovani professionisti, come riduzioni temporanee dei contributi minimi e piani di rateizzazione più flessibili.

Posso evitare l’iscrizione?

Solo in alcuni casi specifici, come se svolgi l’attività in forma non esclusiva o se sei contemporaneamente dipendente con obbligo previdenziale. Tuttavia, è obbligatorio comunicare comunque la propria posizione a Inarcassa, per evitare contestazioni.

Sei un architetto o ingegnere e non sai se devi iscriverti a Inarcassa?

Ti aiutiamo a valutare la tua posizione, gestire la pratica di iscrizione e ottenere eventuali agevolazioni previste per i nuovi iscritti.

👉 Scopri il nostro servizio di consulenza per professionisti tecnici

Guide Quali sono i costi per aprire una Partita IVA nel 2025?

Aprire una Partita IVA è un passo importante per chi decide di iniziare un’attività da libero professionista, artigiano, commerciante o imprenditore. Ma prima di partire, è utile sapere a cosa si va incontro dal punto di vista burocratico e amministrativo. E uno dei dubbi più comuni riguarda proprio i costi di apertura.

I costi variano in base alla tua attività

Non esiste un costo fisso per tutti: dipende dal tipo di attività che scegli di svolgere. In linea generale, le differenze principali si riscontrano tra chi apre come libero professionista e chi apre una ditta individuale.

Se sei un libero professionista e ti occupi, ad esempio, di consulenze, marketing, grafica, programmazione o professioni sanitarie, l’apertura della Partita IVA può essere molto snella e con pochissimi oneri iniziali.

Al contrario, se svolgi un’attività di tipo commerciale o artigianale – come vendite, e-commerce, servizi manuali – l’apertura prevede alcuni adempimenti aggiuntivi che possono incidere sul costo complessivo.

Cosa comprende l’apertura della Partita IVA?

Oltre alla registrazione presso l’Agenzia delle Entrate, possono essere necessari:

  • una casella PEC e una firma digitale,

     

  • l’iscrizione alla Camera di Commercio,

     

  • la presentazione della SCIA presso il Comune, se prevista.

     

Ogni passaggio richiede attenzione e in alcuni casi è necessario presentare documenti specifici o seguire una procedura online.

Ci sono costi ricorrenti da considerare?

Sì, oltre ai costi iniziali, è importante tenere conto degli adempimenti periodici. In base al regime fiscale scelto, potresti dover gestire la fatturazione elettronica, i versamenti dei contributi, le dichiarazioni annuali dei redditi e altri obblighi contabili.

Tutti questi aspetti influenzano la gestione dell’attività nel lungo periodo, quindi è fondamentale considerarli fin dall’inizio per una corretta pianificazione.

La scelta del regime fiscale incide anche sui costi

Il regime forfettario è spesso la scelta iniziale più conveniente, perché offre agevolazioni fiscali e semplificazioni burocratiche. Tuttavia, ogni caso va valutato in base al tipo di attività e al volume d’affari previsto. Un regime errato potrebbe portare a spese o complicazioni non previste.

Vuoi sapere esattamente quali sono i costi per aprire la tua Partita IVA?

Analizziamo la tua attività e ti forniamo un piano dettagliato con tutto ciò che devi sapere per iniziare senza sorprese.

👉 Scopri come aprire la tua Partita IVA in modo chiaro e sicuro

Guide Come si invia una fattura elettronica nel 2025?

L’invio della fattura elettronica è ormai un passaggio obbligatorio per tutti i titolari di Partita IVA, a meno di rare eccezioni. Conoscere le modalità corrette di trasmissione è fondamentale per evitare errori, sanzioni e problemi fiscali.

Quali sono i metodi per inviare una fattura elettronica?

Puoi scegliere tra diverse modalità, tutte valide ai fini di legge:

  • App Fatturae dell’Agenzia delle Entrate, gratuita e integrata con il Sistema di Interscambio;
  • Portale web dell’Agenzia delle Entrate, accessibile con SPID, CIE o CNS;
  • Software gestionali di terze parti, che permettono l’emissione, la firma digitale e l’invio diretto delle fatture;
  • Portale “Fatture e Corrispettivi”, per caricare file XML già pronti;
  • PEC, inviando la fattura all’indirizzo sdi01@pec.fatturapa.it (meno utilizzato oggi).

Come si prepara una fattura elettronica?

La fattura deve essere redatta in formato XML, un linguaggio standardizzato accettato dal Sistema di Interscambio (SDI). Deve contenere:

  • i dati del fornitore (tu), con la tua Partita IVA e regime fiscale,
  • i dati del cliente,
  • la descrizione delle prestazioni,
  • l’importo dovuto,
  • il codice destinatario o la PEC del cliente.

Una volta compilata, la fattura viene inviata al SDI, che la controlla e la inoltra al destinatario.

Quali sono i tempi da rispettare?

La fattura elettronica deve essere emessa e inviata entro 12 giorni dalla data dell’operazione. Il rispetto di questa scadenza è essenziale per evitare sanzioni.

Cosa succede dopo l’invio?

Dopo l’invio, il SDI rilascia una delle seguenti notifiche:

  • Ricevuta di consegna, se la fattura è stata recapitata correttamente;
  • Notifica di scarto, se ci sono errori formali (in questo caso va corretta e reinviata);
  • Ricevuta di impossibilità di recapito, se il destinatario non è raggiungibile (ad esempio, codice SDI errato). In questo caso la fattura viene depositata nel cassetto fiscale del cliente.

Come si conserva una fattura elettronica?

Le fatture elettroniche devono essere conservate digitalmente per almeno 10 anni, con un sistema che ne garantisca integrità e accessibilità. È importante che il software scelto rispetti le normative tecniche previste dall’Agenzia delle Entrate.

Vuoi inviare e conservare le tue fatture elettroniche in modo corretto e senza pensieri?

Ti offriamo strumenti intuitivi e conformi per emettere, inviare e archiviare le fatture in modo automatico e sicuro.

👉 Scopri il nostro sistema di fatturazione elettronica completo

Guide INPS Artigiani e Commercianti: come funzionano i contributi nel 2025

Se hai aperto una Partita IVA come artigiano o commerciante, uno degli aspetti fondamentali da conoscere è la gestione dei contributi INPS. Pagare regolarmente i contributi non solo ti permette di essere in regola con il fisco, ma è anche essenziale per costruire la tua pensione futura.

Chi deve iscriversi alla gestione INPS Artigiani o Commercianti?

L’iscrizione è obbligatoria per tutte le Partite IVA che svolgono attività artigianali o commerciali in modo abituale. Alcuni esempi:

  • Artigiani: idraulici, elettricisti, sarti, parrucchieri, estetiste
  • Commercianti: negozianti, ristoratori, venditori online, e-commerce manager

Appena attivi la Partita IVA e completi l’iscrizione alla Camera di Commercio, vieni automaticamente iscritto alla gestione INPS corretta.

Come sono strutturati i contributi nel 2025?

Il sistema contributivo è composto da due parti:

  • Contributi fissi, da versare ogni anno indipendentemente dal reddito. Questi vengono suddivisi in quattro rate trimestrali, con importi stabiliti dall’INPS.
  • Contributi variabili, calcolati solo sul reddito che eccede una soglia minima (ad esempio, 18.415 euro). Su questa eccedenza si applica un’aliquota percentuale (circa il 24%).

Questa struttura consente una certa equità: chi guadagna di più contribuisce di più, chi ha un reddito basso resta su livelli minimi.

Quali sono le scadenze?

I contributi fissi vengono versati in quattro rate:

  • 16 maggio
  • 20 agosto
  • 16 novembre
  • 16 febbraio dell’anno successivo

I contributi sul reddito eccedente, invece, si versano entro il 30 giugno dell’anno successivo alla dichiarazione dei redditi.

Esistono agevolazioni?

Sì. Se operi in regime forfettario, puoi richiedere una riduzione del 35% sui contributi INPS. Questa riduzione si applica sia ai contributi fissi che a quelli variabili, ma comporta anche una riduzione proporzionale dei contributi ai fini pensionistici.

È importante valutare attentamente vantaggi e svantaggi prima di aderire a questa agevolazione.

Cosa succede se non versi i contributi?

Il mancato versamento comporta:

  • l’applicazione di sanzioni e interessi,
  • la perdita della regolarità contributiva (DURC negativo),
  • problemi per la pensione futura,
  • possibili azioni di recupero da parte dell’INPS.

Per evitare queste conseguenze, è fondamentale pianificare i pagamenti e monitorare la propria posizione contributiva con regolarità.

Vuoi una gestione semplice e puntuale dei contributi INPS?

Con il nostro supporto puoi monitorare le scadenze, ottimizzare i versamenti e valutare le agevolazioni disponibili, senza stress e senza errori.

👉 Scopri i nostri servizi per artigiani e commercianti

Guide Modello AA9/12: cos’è e come si compila per aprire la Partita IVA

Se vuoi aprire una Partita IVA come libero professionista o ditta individuale, uno dei primi documenti che dovrai conoscere è il modello AA9/12. Si tratta del modulo ufficiale con cui comunichi all’Agenzia delle Entrate l’apertura, la variazione o la chiusura della tua attività.

A cosa serve il modello AA9/12?

Il modello AA9/12 è fondamentale per registrare la tua attività fiscale. Tramite questo documento puoi:

  • aprire una nuova Partita IVA,
  • modificare i dati già registrati (ad esempio cambio sede o codice ATECO),
  • comunicare la cessazione dell’attività.

Com’è strutturato il modello?

Il modello è suddiviso in più sezioni, chiamate “quadri”. Alcuni sono obbligatori, altri vanno compilati solo in base alla tua situazione.

Tra i principali troviamo:

  • Quadro A, dove si specifica il tipo di comunicazione (apertura, variazione o chiusura);
  • Quadro B, dedicato ai dettagli dell’attività, come il codice ATECO, la descrizione e l’indirizzo della sede;
  • Quadro C, con i dati anagrafici del titolare (nome, residenza, codice fiscale);
  • Quadro D, da compilare se c’è un rappresentante legale;
  • Quadro G, per inserire eventuali attività secondarie o ulteriori sedi operative;
  • Quadro I, utile per comunicare informazioni aggiuntive come email o sito web.

Come si presenta il modello AA9/12?

Hai diverse modalità a disposizione:

  • Online, attraverso l’area riservata dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando SPID o CIE;
  • Tramite PEC, inviando il modello firmato digitalmente;
  • Fisicamente, presentandoti all’ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate;
  • Per raccomandata A/R, se preferisci una modalità postale.

La modalità telematica è in genere la più veloce ed efficiente.

Quali sono le tempistiche?

Le scadenze da rispettare sono chiare:

  • entro 30 giorni dall’inizio attività per l’apertura,
  • entro 30 giorni dalla variazione dei dati,
  • entro 30 giorni dalla cessazione per chiusura Partita IVA.

Attenzione agli errori

È fondamentale che tutte le informazioni inserite siano corrette. Errori o omissioni possono causare ritardi nell’apertura della Partita IVA o generare sanzioni. Per questo è sempre consigliabile conservare la ricevuta di trasmissione e mantenere aggiornati tutti i dati comunicati.

Vuoi compilare correttamente il modello AA9/12 ed evitare errori?

Ti guidiamo passo dopo passo nella compilazione e nella trasmissione del modulo, per aprire la tua Partita IVA in modo rapido, sicuro e conforme.

👉 Compila con noi il tuo modello AA9/12

Guide Cosa sono l’Esterometro e l’Intrastat e quando bisogna inviarli?

Se hai una Partita IVA e gestisci operazioni con clienti o fornitori esteri, è importante conoscere due strumenti fondamentali della fiscalità internazionale: l’Esterometro e l’Intrastat. Anche nel 2025, questi adempimenti restano cruciali per la corretta gestione delle vendite e degli acquisti fuori dall’Italia.

Che cos’è l’Esterometro?

Fino a poco tempo fa, l’Esterometro era una comunicazione trimestrale separata. Oggi, invece, è stato integrato direttamente nel sistema della fatturazione elettronica. Questo significa che non bisogna più inviare un file separato, ma è sufficiente trasmettere la fattura estera attraverso il Sistema di Interscambio (SDI), usando i codici corretti nel file XML.

Per esempio:

  • per le vendite verso clienti esteri, si usa il codice destinatario “XXXXXXX”
  • per gli acquisti, vanno indicati codici specifici come TD17, TD18 o TD19 a seconda del tipo di operazione

E l’Intrastat, invece?

L’Intrastat è ancora attivo e obbligatorio per chi effettua operazioni commerciali con soggetti all’interno dell’Unione Europea. A differenza dell’Esterometro, si tratta di una comunicazione separata che deve essere presentata periodicamente all’Agenzia delle Dogane.

È richiesto per:

  • vendite intra-UE, soprattutto se si tratta di servizi
  • acquisti intra-UE, ma solo se si superano soglie specifiche

Quali sono le soglie per l’Intrastat?

L’obbligo di presentazione scatta quando, nell’anno solare:

  • gli acquisti di beni intra-UE superano 350.000 €
  • oppure gli acquisti di servizi intra-UE superano 100.000 €

Se non superi queste soglie, potresti essere esonerato, ma è sempre bene monitorare attentamente i volumi di transazione.

Quali sono le scadenze?

Per l’Esterometro, le informazioni devono essere trasmesse entro 12 giorni dalla data dell’operazione, proprio come per le normali fatture elettroniche.

L’Intrastat, invece, si invia:

  • mensilmente, se il volume di operazioni supera i 50.000 €
  • trimestralmente, se resti al di sotto di tale soglia

Come gestire correttamente questi adempimenti?

È essenziale utilizzare un gestionale aggiornato o una soluzione digitale che ti aiuti a:

  • generare i file XML con i codici corretti
  • controllare automaticamente le soglie
  • conservare in modo ordinato la documentazione fiscale

Hai operazioni con l’estero e non vuoi commettere errori?

Con il nostro supporto puoi gestire Esterometro e Intrastat in modo semplice, sicuro e sempre aggiornato alle normative.

👉 Affidati ai nostri servizi per le operazioni estere