Se sei un DJ e svolgi serate, eventi o lavori come freelance per locali, festival o matrimoni, è importante sapere quando serve aprire la Partita IVA per regolarizzare la tua attività. Anche se non lavori ogni giorno, le prestazioni musicali rientrano tra quelle considerate professionali.
Quando serve aprire la Partita IVA?
La Partita IVA è necessaria quando l’attività di DJ viene svolta in modo abituale, anche se solo nei weekend o in occasioni specifiche. Se fatturi più volte l’anno o collabori con diversi clienti, non puoi usare la prestazione occasionale.
Qual è il codice ATECO da usare?
Il codice ATECO più adatto per l’attività di DJ è 90.02.09 – Altre attività di supporto alle rappresentazioni artistiche. In alcuni casi si può valutare anche 90.01.09 – Altre rappresentazioni artistiche se il DJ produce performance originali.
Il regime forfettario è possibile?
Sì, la maggior parte dei DJ freelance può accedere al regime forfettario se non supera gli 85.000 euro annui di fatturato e rispetta le altre condizioni previste. Questo regime prevede:
- tassazione agevolata (5% per le nuove attività, 15% ordinario),
- nessun obbligo di IVA in fattura,
- contabilità e adempimenti molto semplificati.
Che gestione INPS si applica?
Il DJ rientra generalmente nella Gestione Separata INPS, a meno che non abbia anche un’attività commerciale legata a vendita o noleggio di attrezzature. La Gestione Separata prevede contributi solo sui guadagni effettivi (nessun contributo fisso), con un’aliquota intorno al 26% nel 2025.
Ci sono altri obblighi da rispettare?
Sì, chi lavora come DJ freelance deve:
- avere una PEC e un codice SDI per la fatturazione elettronica,
- rispettare eventuali obblighi SIAE se utilizza musica protetta da diritti,
- verificare con i Comuni se l’attività richiede SCIA o comunicazioni locali,
- valutare l’assicurazione RC per eventi pubblici.