Guide

Guida – Fatturare in valuta estera l’euro non basta più

Se lavori con clienti esteri, probabilmente ti sei già chiesto come fatturare correttamente in valuta diversa dall’euro. La buona notizia è che nel regime forfettario puoi farlo, ma ci sono alcune regole semplici da seguire. In questo articolo, ti spieghiamo come emettere fatture internazionali in modo facile e senza complicazioni.

Fatturazione in euro: cosa prevede la legge

Nel forfettario, le fatture vanno sempre emesse in euro, anche se il pagamento arriva in dollari, sterline o altre valute. 

Devi riportare l’importo in valuta estera, ma anche il controvalore in euro al tasso di cambio della Banca Centrale Europea (BCE) del giorno dell’operazione. 

Quindi, quando emetti la fattura, basta aggiungere una dicitura tipo: “Importo convertito in euro al cambio BCE del [data] pari a [tasso]”.

Gestire la fluttuazione del tasso di cambio

Se il pagamento ricevuto in euro differisce leggermente dal controvalore indicato in fattura, non è un problema. 

Essendo un regime “per cassa”, quello che conta è quanto incassi effettivamente. 

Tuttavia, è fondamentale conservare la documentazione del pagamento, come la ricevuta del bonifico, per dimostrare che l’importo pagato corrisponde al valore dichiarato.

Utilizzare conti multivaluta per semplificare i pagamenti esteri

Molti freelance utilizzano conti multivaluta, come quelli offerti da Wise o Revolut Business, per ricevere pagamenti in valuta estera e convertirli successivamente in euro. 

Nota importante: è completamente legale, ma è fondamentale che il conto sia intestato alla stessa persona della partita IVA e che tutte le transazioni siano correttamente documentabili, per evitare problematiche fiscali.

 

Se ti sembra che il mondo delle fatture internazionali possa diventare complicato, affidati a professionisti che sanno come semplificarlo. Scopri come possiamo aiutarti a gestire con sicurezza e precisione la tua fatturazione estera.

Morale

La globalizzazione non spaventa il forfettario, ma richiede ordine. Il Fisco vuole solo chiarezza: quanto hai guadagnato, da chi e in che valuta. 

Il resto è libertà di lavorare nel mondo.

FAQ:

  1. Posso emettere una fattura in valuta estera nel regime forfettario?
    Sì, ma la fattura deve essere emessa in euro, con l’importo in valuta estera e il controvalore in euro calcolato secondo il tasso di cambio della BCE del giorno dell’operazione.

  2. Come gestire eventuali differenze dovute al cambio valuta?
    Se l’importo effettivo ricevuto differisce dal valore dichiarato in fattura a causa del cambio, non è un problema, ma è importante conservare la documentazione del pagamento.

  3. Posso usare conti multivaluta per ricevere pagamenti in valuta estera?
    Sì, puoi usare conti come Wise o Revolut Business, ma il conto deve essere intestato alla stessa persona della partita IVA e ogni transazione deve essere documentata correttamente.

Fatturare in valuta estera non deve essere un problema, basta seguire la normativa e documentare correttamente ogni passaggio. 

Il forfettario ti consente di essere flessibile, ma richiede precisione. Se pianifichi con attenzione, potrai continuare a lavorare con clienti internazionali senza preoccupazioni fiscali.

 

Per una consulenza dettagliata sulla fatturazione internazionale nel regime forfettario, contattaci e scopri come possiamo aiutarti!

Guide Correlate

Guida – Partecipazioni in società e regime forfettario

Quote societarie e forfettario: la regola generale Non puoi essere socio di società di persone, SRL o associazioni professionali e contemporaneamente avere partita IVA forfettaria.  La logica è semplice: il reddito societario ha già i suoi benefici fiscali, quindi il forfettario resta riservato ai professionisti individuali. Situazioni ibride non sono

Leggi la guida

Guida – Dimenticare una fattura come rimediare senza panico

Dimenticare una fattura nel regime forfettario: niente panico Anche i professionisti più organizzati possono sbagliare. Se ti sei accorto di non aver emesso una fattura, la prima cosa da fare è non farti prendere dal panico. La legge ti concede fino a 12 giorni dopo l’effettuazione dell’operazione (che coincide con la consegna

Leggi la guida