Guide

Guida – Forfettario e Criptovalute

Sempre più forfettari possiedono criptovalute o ricevono compensi in crypto. Come si gestiscono fiscalmente questi redditi accanto alla partita IVA?

Normativa Attuale

  • Plusvalenze da vendita = redditi di capitale → tassati al 26%.
  • Staking e rendite da DeFi = redditi diversi → anch’essi al 26%.
  • Dichiarazione obbligatoria nel quadro RW.

Crypto e Attività Professionale

Se vieni pagato in Bitcoin o altre crypto, il valore va convertito in euro al momento dell’incasso e inserito tra i ricavi forfettari.

📌 Crypto e partita IVA richiedono precisione. Una consulenza fiscale può evitare errori costosi e sanzioni in caso di controlli.

FAQ

  1. I guadagni da trading rientrano nel forfettario?
    No, seguono tassazione separata al 26%.
  2. Se ricevo un pagamento in Bitcoin per un lavoro?
    Va convertito in euro al cambio del giorno e conteggiato nei ricavi.
  3. Devo dichiarare le crypto anche se non le vendo?
    Sì, nel quadro RW se superi certe soglie.

Conclusione

Il forfettario semplifica la partita IVA, ma non esclude obblighi fiscali sulle criptovalute. Gestirle bene significa evitare rischi e lavorare sereni.

Una consulenza mirata ti aiuta a conciliare attività professionale e investimenti crypto.

Guide Correlate

Il Valore della Reputazione: la Moneta Invisibile del Forfettario

Introduzione Nel mondo del lavoro autonomo, la reputazione vale più della liquidità. È una moneta invisibile che apre porte, genera fiducia e ti consente di chiedere compensi più alti. Per chi lavora in regime forfettario, spesso in contesti digitali e relazionali, la reputazione è il vero capitale sociale, il bene più prezioso da proteggere e

Leggi la guida