Cos’è
Il reverse charge interno sposta il debito IVA sul cessionario/committente per specifiche operazioni domestiche (edilizia, oro, fabbricati con opzione IVA, servizi su edifici, elettronica, rottami, energia, pallet recuperati, ecc.).
Requisiti documentali
- Cedente/prestatore: emette fattura senza IVA con dicitura “inversione contabile” e codice natura N6.x.
- Cessionario/committente: integra la fattura oppure emette autofattura elettronica TD16 via SDI (facoltativa ma utile).
Procedura passo passo
- Ricezione fattura senza IVA.
- Scelta: integrazione manuale (aliquota/imposta, cambio se valuta estera) oppure TD16 via SDI con numerazione dedicata.
- Doppia annotazione registri: emesse (artt. 23-24 DPR 633/72) e ricevute (art. 25).
- Conservazione: XML via SDI in conservazione elettronica; se integrazione manuale, conservazione secondo regole documenti analogici.
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Vantaggi e accortezze
- Neutro se IVA detraibile (giro contabile).
- Versamento se IVA indetraibile.
- Con TD16 i dati popolano le bozze registri IVA dell’Agenzia, utile per controlli e riconciliazioni.
FAQ
- Quando si usa il reverse charge interno nel 2025?
Quando il soggetto passivo nazionale è tenuto a versare l’IVA in luogo del fornitore, nei casi previsti dall’art. 17 DPR 633/72. - È obbligatorio emettere il TD16?
Sì, per tutte le operazioni in cui l’acquirente integra la fattura del fornitore senza IVA. - Cosa succede se l’IVA è indetraibile?
L’imposta deve essere versata ma non può essere portata in detrazione; resta un costo indeducibile salvo casi particolari (pro rata). - Come numerare le autofatture TD16?
È consigliabile una numerazione separata o un registro dedicato per garantire la tracciabilità. - È valido l’uso del reverse charge in valuta estera?
Sì, purché la fattura sia convertita in euro al cambio BCE del giorno di effettuazione dell’operazione.